mercoledì 16 ottobre 2013

LE URLA DELLE MURA- EX OSPEDALE PSICHIATRICO D' AVERSA

Sono appena uscita dall'ex manicomio d ' Aversa, erano anni che ci volevo entrare per fotografare, ero sola e ho sentito la sensazione che quelle mura fossero piene delle urla delle persone alle quali avevano tolto ogni dignità... PH ADA PALMA











domenica 4 novembre 2012

..... Hai tutto




Se hai 32 anni ;non hai un lavoro stabile;non hai figli ne mariti ; potenzialme non possiedi nulla ....ma sono le 4 di mattina di un sabato sera e sei nella tua macchina libera di andare ovunque e non dipendi da nessuno
..... Hai tutto

sabato 22 settembre 2012

Il primo giorno (di scuola) che vorrei di Alessandro D'Avenia




Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente?
Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.
Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io? E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini.
Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.
E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete ditemelo.
Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri? Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno? Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano…
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.
Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi.
E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite.
Per questo, un giorno, vi ricorderò.
 


                                                            

venerdì 21 settembre 2012

(Giovanni Pascoli, "Il Fanciullino")

Che significa esser divenuti adulti, superar ciò che fummo o rinnegarlo del tutto? Le età dello spirito si susseguono senza lasciar traccia. Ma la scia dei ricordi che si contrappone a quella della dimenticanza è come un'impronta indelebile. Una "meditazione" - in senso lato - sul recondito ...

«E' dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi, ... ma lagrime ancora e tripudi suoi. ... Noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena meraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell'età giovanile forse così come nell'età matura, perchè in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell'angolo d'anima donde esso risuona.
Il giovane in vero di rado e fuggevolmente si trattiene col fanciullo ... Ma l'uomo riposato ama parlare con lui e udirne il chiacchiericcio... e l'armonia di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d'un usignolo che gorgheggi presso un ruscello che mormora.
Ma è veramente in tutti il fanciullino musico?
Che in qualcuno non sia, non vorrei credere né ad altri né a lui stesso: tanta a me parrebbe di lui la miseria e la solitudine... In alcuni non pare che egli sia; alcuni non credono che sia in loro ... Forse gli uomini aspettano da lui chi sa quali mirabili dimostrazioni e operazioni; e perché non le vedono, o in altri o in sé, giudicano che egli non ci sia.
Ma i segni della sua presenza e gli atti della sua vita sono semplici e umili.
Egli è quello che ha paura al buio,... quello che alla luce sogna... quello che parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle.
... Egli rende tollerabile la felicità e la sventura, temperandole d'amaro e di dolce, e facendone due cose ugualmente soavi al ricordo...»


What is wrong with me ? What is what I need?


(“ Cosa c’ è sbagliato in me ? Di che cosa ho bisogno ? “ ) cosi’ esordiva Kurt Kobain dei Nirvana nell’ ultimo suo album , prima di toglieresi la vita dopo dopo un periodo di tossicodipendenza e di alcolismo .Erano gli anni 90 ma quello era un grido di una generazione che non veniva ascoltata , una generazione che si rifugiava in sostanze psicotrope per poter non sentire il dolore . Poco è cambiato da allora , nel 2012 dove si esalta il nodo centrale di una generazione che pur avendo tutto è priva di tutto , non compresi piu’ da un sistema familiare che non li protegge .La societa’ si evoluta , esiste internet , comunicare è diventato alla portata di tutti eppure fondamentalmente le persone hanno smesso di parlare tra di loro . I giovani si ritrovano sempre di piu’ senza reali punti di riferimento e per loro bere alcolici , diventa un modo per diventare grande , per dimostrare che possono farcela . L’ alcol è permesso dalla legge anche se in alcuni comuni soprattutto quest’ anno nella zona di Pozzuoli di Napoli è stato vietato il consumo di essi dopo una certa ora della notte , ma è veramente questo il modo di combattere il problema? L’ alcol è reso legale mentre alle sostanze di uguale dipendenza come la cannabis sono illegali , rientrano pur sempre nelle sostanze psicotrope che producono dipendenza . Sappiamo tutti bene che guidare dopo aver fumato cannabis o bevuto diminuisce notevolmente i riflessi e con conseguenza di incremento di incidenti , ma la tessa cosa accade anche se usiamo psicofarmaci o anche antistaminici . Di base resta la lacuna fondamentale del motivo che spinge i giovani a voler mettere continuamente alla prova i loro limiti con queste sostanze. Dovrebbe esserci piu’ informazioni e sostegno nelle scuole , i giovanni sanno che è sbagliato ma dovrebbero essere informati sulle conseguenze reali di quello che puo’ accadere , spesso si nascondono dietro l’ idea che possa accadere agli altri ma non a loro , questa è la convinzione che dovrebbe essere fatta cadere : “ Puo’ accadere a tutti , tra quelle foto di casi di cronaca , ci potrebbe essere il tuo viso ..."

lunedì 14 maggio 2012

Lo zero




Lo" zero" un valore che nasconde un "non "valore , questo è quello che attornia  il mio pensiero . Un  non valore che rappresenta un numero infinito di vittime.Questo è il simbolo che Veronesi fece con le dita , asserendo che i rischi tumorali legati alla presenza d 'inceneritori sono pressoche ' nulli.
Pensavo a quelle persone , migliaia , milioni che guardavano la televisione in quel momento , magari con stretti al petto persone malate  , la loro disperazione e  quell' uomo che per loro rappresentava la possibilita' di vita. Un medico , cos' è un medico nell' immaginario della gente , un uomo , un saggio che ti deve salvare , al quale riponi nelle sue mani tutte le tue speranze ....gli affidi la tua vita.
Ed ecco uno zero , un maledettissimo zero ...
 I tuoi occhi ancor pieni di speranza quando cercavi di difendere quell' uomo , quel medico nel quale avevi riposto la tua ultima speranza , sei sola ora ...tremendamente sola , come puoi dirmi che quel medico ha sbagliato , come puoi ammettere che quell' ultimo disperato  gesto fu tradito .
 Tu , come tanti legati da una disperazione che non riesce piu' ad urlare . L'odore lo sento nella pelle ...l ' odore di   quelle stanze dove si pratica  la terapia del dolore ,  dove la dignita' umana si perde in un corpo lacerato da una malattia  mentre  le mani afferranno le lenzuola  per stringere tra le dita gli ultimi attimi di quella non -vita. Eppure mi chiedo , la coscienza di un medico , dov'è la coscienza di un medico quando tra quei corridoi incontra gli occhi bassi di chi non riesce neanche piu' ad alzare lo sguardo  perchè non ricorda piu' cosa vuol dire " avere una vita ".Quanti zeri ancora , quanti ancora uno dietro l' altro faranno un numero infinitO...


vi conislio la visione di questo film documentario " Sporchi da morire"